Umbria: una regione incantata
Paesaggi incontaminati, immersi nel verde delle valli sinuose ti aspettano
E’ una consuetudine ed una tradizione che l’Umbria sia una regione in cui l’artigianato sia un’espressione quotidiana, simbolo di una lunga trasmissione di arti e mestieri. Non è infatti un caso che proprio in questa regione, alcune corporazioni di arti e mestieri nacquero sotto la specifica volontà di voler tutelare attività che dovevano essere svolte con assoluto rigore e fedeltà. Basti pensare alle ceramiche ed ai manufatti tessili, che ancora oggi si tramandano da bottegaio a bottegaio.
Questo patrimonio, seppure oggi in parte ridimensionato dal sopraggiungere delle attività industriali, sopravvive ancora con molto rigore, tenuto fede alle tecniche tradizionali e tendendo verso la voglia di non disperdere il bagaglio esperienziale tecnico ed artistico così tanto prezioso. E’ al XII° secolo che dobbiamo far risalire l’arte umbra della tessitura, quando a Perugia nacque la prima filanda di tovaglie perugine. Un rapido volo geografico, ci fa pensare ai lini operati a occhio di pernice di Città di Castello unitamente al bisso ed al quadruccio operato; il tessuto lavorato a punto Assisi, omonimo ovviamente di questa località; il merletto di Orvieto, che riprende la trina d’Irlanda; i merletti eseguiti a tombolo diffusi in tutta la zona del Lago Trasimeno; la lavorazione del ricamo a mano sul tulle eseguita in particolar modo a Panicale, dove vengono seguite tecniche risalenti agli anni Venti di questo secolo.
La più antica è però l’arte della ceramica che in tutta l’Umbria ha, si può dire, da sempre, prosperato: da Gubbio a Perugia; da Orvieto a Città di Castello. Deruta, resta il centro per eccellenza della ceramica e sicuramente il più antico per arte e tradizione. Troviamo documentazione di questa attività sin nel lontano Duecento per giungere alla massima espressione artistica nel Cinquecento, il cui stile si contraddistingueva perchè caratterizzato dal tipico vasellame bianco con decori fantasiosi blu e gialli. Vanto secolare sono le ceramiche “ a riflessi a terzo fuoco” di Gualdo Tadino e le ceramiche di Orvieto caratterizzate da decori vegetali ed animali riprendendo elementi della tradizione etrusca e romanica. Una strada un po’ particolare è invece stata presa dall’artigianato del legno che da una parte ha preso la strada dell’industrializzazione, dall’altra si è specializzata nel restauro dei mobili in stile, curando così una serie di botteghe e di laboratori sparsi un po’ ovunque in tutta la regione. La più importante manifestazione nazionale si svolge proprio ad Assisi (PG) tra fine Aprile ed inizio Maggio ed è la “Mostra Nazionale dell’Antiquariato”.
Vorremmo segnalare inoltre una rassegna molto caratteristica “Il Mercato delle Gaite di Bevagna”, dove ogni anno gli artigiani di tutta la regione si sfidano in un vero e proprio campionato di arti e mestieri passati. Moltissimi sono gli slogan coniati per descrivere l’Umbria ma forse uno dei più attuali è l’ultimo “Umbria, dove la tavola è un’arte”. Il prodotto che domina la gastronomia tradizionale umbra è l’olio d’oliva.?Lo troviamo in tutte le ricette sia crudo che cotto posto ad insaporire i già ricchi piatti. Cinque sono le menzioni principali: Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli Amerini, Colli del Trasimeno, Colli Orvietani, ognuna presenta caratteristiche differenti di colore e di sapore dal verde al giallo, dal leggero a forte, dal quasi amaro a piccante. La montagna e la collina del capoluogo, Perugia, regalano stupendi piatti di cacciagione, funghi e tartufi.?Anche qui numerosi gli allevamenti di razza Chianina, i salumifici tipici e l’industria casearia sia a livello industriale sia a livello familiare del pecorino. Basta spostarsi verso Terni e troviamo la vigna a far da padrona, tesa a produrre l’Orvieto (e non solo) un vino bianco, conosciuto sin dall’antichità.
Tipiche del ternano sono anche le carni di maiale arrostite come il prosciutto porchettato e la porchetta insaporita ai semi di finocchio unitamente alla cacciagione. Una nota di merito anche alle trote del Nera ed a quelle del Lago di Piediluco. Per gli ortaggi dobbiamo citare le lenticchie di Castelluccio di Norcia, coltivate in ristrette aree di altopiano dove suolo e clima conferiscono al prodotto delle caratteristiche uniche per qualità e velocità di cottura.
Tra i primi piatti tipici:
- ciriole, tagliatelle caserecce bollite e poi servite con un soffritto di olio ed aglio;
- impastoiata, piatto contadino costituito da polenta gialla condita con ragù di pomodorini e fagioli;
- risotto alla norcina, è il classico riso bianco condito con una grattugiata di tartufi neri;
- beccacce alla norcina, i volatili vengono cotti allo spiedo e precedentemente riempiti di un impasto fatto di frattaglie, salsicce, burro e tartufo nero;
- cardi al grifo, i cardi vengono bolliti ed a metà cottura vengono impanati con uovo e pane e poi fritti, successivamente sono disposti in una teglia a strati con carne e fegatini di pollo e bagnati con pomodoro. Termina la cottura una passata di forno caldo;
- palombacci, si tratta di colombi selvatici cotti allo spiedo ed irrorati durante la cottura di vino rosso, olio, olive, capperi, salvia e prosciutto. Talvolta la cottura viene fatta anche in padella ma è ugualmente ottimo il risultato finale;
- regina in porchetta, si tratta di una grossa carpa imbottita di erbe aromatiche e cucinata nel forno a legna;
- brustengolo, polenta resa dolce da mele tritate, pinoli, noci sbriciolate, buccia di limone grattugiato e zucchero;
- zuccherini di Bettona, tipici della valle umbra, sono piccole ciambelle di pasta dolce condite con uvetta, pinoli, semi di anice e cedro candito a piccoli pezzi.