Piemonte: le tue vacanze nella terra delle montagne
Scoperte e sorprese di ogni genere attendono i visitatori...
Ai meno attenti il Piemonte può apparire come una regione in cui il processo di industrializzazione è andato via via sviluppandosi sempre maggiormente, trascinando la regione in un continuo e costante rinnovamento di un ciclopico meccanico industriale. Ciò che all’apparenza può sembrare vero, è invece falso, poichè l’anima contadina delle sue popolazioni resiste e sopravvive con una tale vigoria che, permette a questa regione, di poter conservare delle esperienze di vita vissuta, dei modi di vita e di mestieri che attraverso due epoche, che possono sembrare a prima vista antietiche ma che si completano egregiamente, formano un eccellente connubio. Tutto si è trasformato ed ha avuto una evoluzione che trova la propria origine nella notte dei secoli. In Piemonte, la lavorazione del rame era diffusa in tutto il territorio; curiosamente delle capacità tramandate da padre in figlio ha beneficiato l’industria automobilistica, che ha trasformato i calderari in provetti carrozzieri.
Se ci accingiamo per la campagna piemontese di notte, potremmo trovare strani personaggi armati di pila ed una piccola zappa a seguito di un cane. Non dobbiamo preoccuparci poichè non si tratta nè di un malavitoso nè di ex corsaro che va a disseppellire il suo bottino, bensì ci siamo imbattuti in un “trifolau”, un cercatore di tartufi. Ma perchè di notte, al buio? Ci va di notte proprio perchè non vuol far conoscere a nessuno il punto esatto dove ha trovato il tanto prezioso tubero che nasce e vegeta spontaneamente nel terreno argilloso delle Langhe, accanto?alle radici dei salici ed attorno ai faggi ed alle querce. Infatti si dice che la stagione del Piemonte per eccellenza è l’autunno proprio perchè è la stagione del tartufo e del Nebbiolo, da cui nascono i grandi rossi piemontesi; è la stagione della selvaggina e del cardo, protagonista insieme all’aglio ed all’acciuga della famosa “bagna caôda”. Non si può infatti parlare della cucina piemontese senza parlare del tartufo che è il protagonista di una infinità di piatti: dalle fondute, ai risotti, ai piatti di selvaggina. Altri pilastri della gastronomia locale sono anche il riso, le verdure, i latticini, la carne cotta arrosto. Il triangolo da Novara, Vercelli e la lombarda Pavia, è il polo risicolo italiano per eccellenza; la coltivazione riguarda pregiate varietà tra cui l’Arborio, il Carnaroli ed il Vialone nano. Degni di nota anche i formaggi tra cui troviamo: il gorgonzola DOP, di cui Novara ne è l’attuale centro di produzione, il Bra DOP, un semigrasso prodotto da latte vaccino prodotto nelle valli e nelle montagne del cuneese, il Castelmagno DOP, anch’esso un formaggio semigrasso a pasta semidura prodotto nell’omonimo comune, a Pradleves ed a Monterosso Grana, il Murazzano DOP, formaggio grasso a pasta fresca, il Raschera DOP di due qualità dolce o piccante, la Toma piemontese DOP prodotta in quasi tutto il settore alpino la cui stagionatura avviene in grotte naturali.