Friuli Venezia Giulia: la Terra dei contrasti!
Il Friuli Venezia Giulia racchiude tanti diversi paesaggi spettacolari
Parlare del Friuli senza pensare ai mosaici di Aquileia, è come parlare di un argomento tralasciandone il soggetto principale. L'artigianato artistico in questa regione si veste di colori millenari, fondendosi con una storia lunga e complessa che parte dal periodo preromano per giungere sino ai giorni nostri. Parliamo essenzialmente dei mosaici, la cui tradizione è da far risalire all’insediamento delle colonie romane. Attualmente, in grande revival, il mosaico ha trovato una sua collocazione negli appartamenti moderni; rosoni incastonati in pavimenti o posti a decorare pareti si possono vedere un po’ ovunque.
A Spilimbergo è dal 1920 che è nata una scuola per mosaicisti che, qui si formano usando le stesse tecniche adoperate in epoca imperiale romana. Piccole tessere in vetro opaco di vari colori, modellate con un martello a mezzaluna e poi fatte aderire al supporto con un cemento speciale formano e creano disegni dal gusto antico o moderno. Fra le tante attività artigianali che hanno dato vita ad un vero e proprio commercio ricordiamo la produzione di pantofole.?Un tempo innumerevoli laboratori artigianali producevano le tipiche pantofole friulane ed il commercio era affidato a venditrici ambulanti che affiancavano questa attività al lavoro quotidiano nei campi.
Ancor oggi però, accanto alle grandi aziende, troviamo in particolar modo nella zona di Gonars, di Fagagna e San Daniele del Friuli, numerosi laboratori dove manualmente vengono prodotte le “pantofole friulane”, molto apprezzate per la morbidezza e la solidità nel tempo. Anche l’artigianato del ferro e del legno sono però fra i più diffusi in tutta la regione. Il ferro è uno degli elementi più presenti nell’andamento della casa friulana: dagli accessori ai grandi camini.
Maniago è uno dei centri più famosi per la produzione di coltelli e forbici, appositamente creati per usi agricoli, lavorati tutti a mano con i manici in legno o in madreperla. Accanto a questo filone si è poi ultimamente affiancata la produzione di copie di antiche armature, spade, pugnali e mazze ferrate destinate sia al mercato dei collezionisti sia allo spettacolo. Manzano, Corno di Rosazzo e San Giovanni al Natisone è invece il cosiddetto “triangolo della sedia” dove un’arte tanto antica ha potuto trovare ottimi sbocchi industriali. Da non sottovalutare anche la produzione di mobili intagliati e decorati realizzati da intagliatori della Carnia. Di grande fascino per le caratteristiche forme, sono le maschere tradizionali, anche se la produzione, sta purtroppo sfumando e quella poca rimasta è finalizzata all’impiego nelle tradizionali ma caratteristiche feste di Carnevale di alcuni paesi montani. Molteplici sono gli aspetti gastronomici del Friuli Venezia Giulia: se da una parte troviamo nuovi piatti derivanti dalla cucina veneta, dall’altra, influenze asburgiche e slave in genere si riscontrano per lo spiccato gusto agrodolce ed il largo uso di spezie ed aromi.
In Carnia troviamo il minestrone d’orzo ed i “cialzons”, ravioli ripieni di carne ed erbe aromatiche. A Trieste e nel goriziano troviamo la minestra di fagioli, crauti e patate ed il gulash, stufato di origine ungherese, unitamente ai “cevapcici”, salsicce piccanti di tradizione slava. Due però sono i portabandiera delle specialità di questa regione e dobbiamo obbligatoriamente ricordarle: il Montasio?DOP ed il prosciutto San Daniele DOP. Il Montasio è un formaggio da latte a pasta compatta ma leggermente occhiata.
Il suo nome deriva dall’omonimo rilievo delle Alpi Giulie, per il quale si hanno notizie di pascoli e casere sin dal XIII°?secolo. La produzione è di tre tipologie: fresco, mezzano, stravecchio a seconda della stagionatura. Il prosciutto San Daniele è conosciuto in tutto il mondo e si dice che la zona di San Daniele fosse già famosa in epoca romana per la stagionatura delle carni lavorate. Dopo una stagionatura di almeno un anno si ottiene un prosciutto morbido di gusto intenso ma dolce. Caratteristica per riconoscerlo, è il tipico zampino che viene lasciato nella carne, tutta rigorosamente selezionata. Gustato con vini bianchi, rosati o rossi profumati come il Friuli Annia Malvasia o Tocai friulano o Friuli rosato è veramente un piatto unico.
I piatti tradizionali sono:
- bisna, polenta gialla con fagioli e crauti acidi, viene servita con un soffritto di lardo e cipolla;
- brodetto gradese, trattasi di un brodo a base di pesci cotti dapprima in una base di olio ed aglio, poi sgrassati con aceto la cottura viene finita in acqua. Moltissime sono le varianti di questo piatto che a seconda delle diverse località viene fatto con diverse qualità di pesce e talvolta anche con la conserva di pomodori;
- gnocchi di prugne, piatto di origine austriaca, sono grossi gnocchi contenenti una prugna secca che una volta bolliti vengono serviti con burro fuso e zucchero.
- jota, classica minestra diffusa un po’ in tutta la regione. Si tratta di una zuppa fatta con fagioli, latte, brovada
- ossia rape bianche fermentate nelle vinacce - e polenta in farina.
- frico, tanto semplice questo piatto ma tanto gustoso, si tratta di patate e formaggio tenero raccolti con una frittata;
- muset, famoso cotechino composto dalla testa del maiale, la cotenna e la carne degli stinchi insaporito con cannella, coriandolo ed altri aromi. Viene servito bollito con la brovada o con la polenta;
- nardi e fasui, classico minestrone friulano di orzo e fagioli che cuoce lentamente con osso di prosciutto ed aromi. E’ un piatto tipico della campagna e nelle osterie è quasi sempre possibile trovarlo pronto ad accompagnare un buon calice di vino.